La deputata Chiara Colosimo, che fece esplodere il caso mascherine in Regione Lazio, commenta l’esito delle indagini della Guardia di Finanza
Le indagini della Guardia di Finanza hanno accertato che vi è stata una truffa da 14 milioni di euro ai danni della Regione Lazio sul ‘caso mascherine’. La prima a occuparsi del problema era stata la deputata di Fratelli d’Italia, Chiara Colosimo che, all’epoca dei fatti, era consigliera regionale nel Lazio.
Onorevole Colosimo, si ritiene soddisfatta per l’esito delle indagini della Guardia di Finanza?
“Ho la coscienza a posto. Era mio dovere una volta scoperti gli atti interrogare la regione. Con i soldi pubblici ci vuole integrità ed accortezza. E posso serenamente affermare che in questo ‘mascherinagate’ sono mancate entrambe.
Auspico che i soldi tornino nel più breve tempo possibile nelle casse della nuova regione Lazio e che tutti gli attori protagonisti paghino”.
Ci può ricordare com’è nata la denuncia/querela?
“Pieno lockdown, con i ragazzi che lavoravano con me, visti gli affidamenti diretti per l’emergenza sanitaria decidiamo di controllare. Tre contratti di cui due revocati alla stessa piccola sconosciuta società, con un anticipo di oltre 14 milioni di euro. Che fine avevano fatto soldi e mascherine? Faccio un’interrogazione, mi rispondono che sono bufale… decido di non demordere e presento l’esposto che origina l’indagine”.
Secondo lei, quali sono le principali responsabilità dell’allora presidente Nicola Zingaretti e dell’allora responsabile della protezione civile regionale?
“Almeno, Omesso controllo. L’affidamento diretto per emergenza non giustifica il non aver controllato la società prima e la polizza fideiussoria poi quando si è perfino deciso di novare i contratti risolti”.
La giunta Zingaretti quali altre scelte avrebbe dovuto e potuto fare in materia di reperimento dei Dpi?
“Non voglio fare la maestrina, il momento era concitato, ma diciamo con certezza che le scelte dovevano essere l’opposto di quelle fatte. Un ente non cerca Dpi in emergenza attraverso contatti amicali come emerso da diverse trasmissioni televisive”.
In linea generale, secondo lei com’è stata gestita la pandemia dal centrosinistra che, all’epoca, parlava con tanta soddisfazione del ‘modello Lazio’ ?
“Dividerei la gestione della pandemia in due fasi, la prima fase,cioè quella di cui discutiamo, della affannosa ricerca di DPI E respiratori è stata disastrosa. La seconda fase invece quella della vaccinazione grazie al nostro sistema sanitario regionale e alla loro abnegazione è stata oggettivamente buona e l’ho sempre riconosciuto, ma .. diciamo anche il modello era quello israeliano”.
Fonte: Il Giornale