Intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno in occasione dell’ audizione della Commissione Antimafia a Foggia.
di Michele De Feudis
Presidente Chiara Colosimo, venerdì sarete a Foggia per una visita in una città considerata dal procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e dal procuratore distrettuale Roberto Rossi una vera emergenza per legalità e criminalità. Che messaggio intendete lanciare?
La nostra presenza qui, in questa terra bellissima e martoriata, sta a testimoniare l’importanza che ha per la commissione il contrasto ai fenomeni mafiosi nella provincia di Foggia. Una realtà complessa, forse per troppo tempo sottovalutata, che va combattuta e contrastata perché nessuno può permettersi di sfidare lo Stato.
Una formazione criminale, quella foggiana, denominata QUARTA MAFIA, ma che per struttura operativa e organizzativa, spietatezza e capacità d’infiltrazione nella società potrebbe diventare la PRIMA .
Per questo condivido appieno le parole e le osservazioni dei procuratori Melillo e Rossi.
Il governo Meloni sulle politiche contro le mafie si è caratterizzato per l’impegno a difesa dell’ergastolo ostativo. Ci sono altri strumenti legislativi e operativi (qui c’è il corpo dei carabinieri “Cacciatori di Puglia) da proporre o affinare per avere maggiori strumenti nella battaglia contro i clan?
Sicuramente bisogna partire da un concetto semplice, ma spesso dimenticato: la presenza forte dello Stato è il migliore deterrente a qualsiasi fenomenologia criminale. Le forze dell’ordine stanno facendo un lavoro straordinario, con tutti i mezzi disponibili per stappare questa terra alla malavita, che agisce con la complicità di una fetta di quella stessa società che alla fine impoverisce e terrorizza.
Io sono convinta che per combattere la mafia bisogna aggredire quella “CASSA COMUNE” che permette alle società criminali di sopravvivere.
La crisi economica e le difficoltà del Sud possono creare commistioni tra interessi dei clan e politica degenerata? Che compito spetta a i partiti?
Per i partiti, che hanno dimostrato di avere gli anticorpi necessari per evitare simili storture, deve valere lo stesso principio dello Stato: un partito forte è capace di allontanare qualsiasi forma di degenerazione. Ma è la politica, tutta, che deve avere la forza e dare esempio d’integrità e trasparenza, che sono alla base di qualsiasi forza democratica.
Poi, non credo che sia solo un problema di Sud e crisi economica.
Il regolamento antimafia adottato dal suo predecessore Morra: si discute di una riforma. In che direzione?
Come ho già avuto modo di ricordare su alcuni temi bisogna essere irreprensibili. Voglio ribadire un concetto per me fondamentale: non esiste niente di peggio di un politico che finisce in un’indagine per mafia.
Ma, allo stesso tempo, non mi convince la gogna tardiva.
Vorrei arrivare progressivamente all’utilizzo del controllo preventivo sempre, e per tutti, sulle candidature.
Non credo sia utile, dichiarare gli impresentabili a campagna elettorale finita. Voglio dare la possibilità ai partiti di poter vagliare e scegliere prima i possibili candidati.
A Foggia hanno fatto discutere due “parentele” o “presunte parentele” dei candidati sindaci Raffaele Di Mauro (centrodestra) e Giuseppe Mainiero (ex Fdi e tra gli artefici dell caduta della giunta Landella con decine di denunce) con esponenti della mala. Entrambi hanno smentito.
Sui candidati risponderò senza remore quando avrò il riscontro del controllo richiesto; intanto, ricordo a voi, e quindi a me stessa, che la responsabilità penale è personale.
Per le comunali di ottobre avete chiesto ai partiti di inviarvi le liste. A che punto siete su Foggia?
Siamo in attesa di ricevere le indicazioni da parte degli uffici preposti.
Credo che sia questioni di giorni.
Gli ex ragazzi della destra di governo sono appellati come “Generazione Tolkien”, ma sono anche i ragazzi della Fiaccolata a Palermo del 19 luglio, una manifestazione che riunisce dirigenti e militanti postmissini da anni. Quanto è importante possedere queste radici?
Ho partecipato alla fiaccolata da giovane militante, da esponente politica e da presidente della commissione Antimafia. Ho percorso tutti questi anni con la consapevolezza di voler costruire qualcosa di straordinario per tutti quelli che mi hanno accompagnato, anche solo idealmente, in questo lungo cammino. Borsellino, per me, resta l’eroe che ha dato speranza e voglia di riscatto a intere generazioni. Quelle fiaccole, ancora oggi, sono alimentate dal suo coraggio.
A San Macuto la memoria di Paolo Borsellino… (ha una foto, un libro, un ricordo della Fiaccolata)…
Foto, libri e ricordi sono sempre con me, ed ovviamente nel mio ufficio in Antimafia.
È questa la vera forza di Paolo…
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno