Skip to main content

La presidente della commissione Antimafia: entro l’inverno una fotografia reale dei fatti

fonte: Corriere della Sera

Intervista di: Virginia Piccolillo

Dall’opposizione vi accusano di vedere fantasmi. Chiara Colosimo, FdI, presidente dell’Antimafia che indaga sul dossieraggio, si sente un’acchiappafantasmi?

«Ho risposto a una richiesta di audizione del procuratore nazionale antimafia, Melillo, e del procuratore di Perugia, Cantone. Chiedevano che quanto emerso dalle indagini, partite da Roma e poi trasferite a Perugia, fosse considerato di interesse anche di chi ha il dovere di vigilare sui sistemi informatici e sui rischi per la democrazia connessi agli accessi abusivi. Nessuna volontà di inseguire fantasmi che poi, se i numeri di accessi sono quelli che abbiamo visto, beh, forse qualcuno sbaglia a chiamarli fantasmi».

Cinquantamila accessi abusivi?

«I numeri emersi fin qui sono preoccupanti. Solo alla fine dell’indagine però avremo contezza di quelli reali. È importante distinguere tra il numero degli accessi e il numero dei dati scaricati. Carte libere alla mano, però, sono numeri che non hanno niente a che fare con il normale utilizzo di queste banche dati».

L’Antimafia non si occupa di mafia? Perché questo caso?

«Per restituire al Parlamento una fotografia di quel che è avvenuto e degli eventuali buchi nelle normative di gestione di queste piattaforme. Abbiamo già provveduto a rendere gli strumenti di indagine più efficaci e le sanzioni più adeguate alla gravità del fenomeno, rispondendo alle denunce di criticità sollevate da entrambe le parti ed evidenziate in audizione da Melillo, che oggi coordina le indagini sui reati che mettono in pericolo la sicurezza cibernetica nazionale. Certo, la Commissione deve occuparsi di mafia e noi lo stiamo facendo. L’ufficio di presidenza ha condiviso con me la necessità di non interferire mai con le indagini in corso e, a differenza di quanto ho letto, ogni passo è stato fatto rispettando le prerogative della magistratura, nella ricerca di chiarezza e verità. Quello che vogliamo capire è se ci sia stato o meno un sistema che ha tentato di influenzare anche la politica».

Ascolterete Laudati?

«Non fino a quando la sua audizione potrà apparire come possibile interferenza sulle indagini in corso. Decisione, anche questa, condivisa nell’Udp e io lì ho espresso la mia contrarietà di ascoltarlo anche successivamente. Fino a oggi non ho mai voluto audire un indagato. A dimostrazione del totale rispetto della magistratura. Qualora venisse meno l’autorità giudiziaria, ci penserò. Su Laudati, ricordo che nelle lettere inviate dal legale alla Commissione, scrive di voler esercitare un presunto diritto di difesa che però andrebbe esercitato nei confronti dell’ autorità giudiziaria che sta indagando su di lui».

Lui rivendica di aver dato il via all’inchiesta. È così?

«Non mi risulta. I passaggi a nostra conoscenza sono due: da un lato la radicale riorganizzazione attuata da Melillo e dall’altro l’esposto del ministro Crosetto. Sono questi i due fatti a noi noti».

Cafiero De Raho, ex capo della Dna, dovrebbe astenersi?

«Non voglio trascinare la presidenza dell’Antimafia nella polemica politica, che capisco e comprendo. Io mi baso in questa fase soltanto sugli atti d’indagine».

Dietro gli accessi intravede singoli o un’organizzazione?

«Al momento abbiamo indagato sui singoli, tuttavia il numero di accessi, troppi e assai anomali, pone dubbi in merito. Ma fino alla fine dei lavori non intendo arrivare a conclusioni affrettate».

Come procederete ora?

«La prima audizione riguarderà colui che allora sovraintendeva al gruppo SOS e quindi era il responsabile di Striano e Laudati: l’attuale capo del Dap, Giovanni Russo».

Andrete avanti a lungo?

«Una volta ricevuto l’esito del Riesame daremo priorità a questo caso con nuove audizioni. Mi auguro che, al netto dei tempi di indagine, si possa consegnare al Parlamento una fotografia reale di quanto avvenuto entro l’inverno».

Risentirete Cantone?

«Non l’ho escluso, ma è fondamentale che i rapporti con la magistratura continuino ad essere improntati, come finora, a logiche di profondo reciproco rispetto e leale cooperazione istituzionale».

Vede un ruolo degli 007?

«Pur non volendo entrare nel merito delle indagini, non credo che il coinvolgimento di un singolo elemento possa screditare o mettere in discussione il lavoro svolto dalla nostra intelligence. Quindi, allo stato attuale non vedo nessun ruolo».

Sembra esserci in atto uno scontro nel governo sui vertici dell’Aise, lei che ne pensa?

«Ha già risposto in maniera inconfutabile il sottosegretario Mantovano, sottolineando la totale fiducia nell’Aise e i suoi vertici, già espressa da Crosetto. Non credo che ci sia nulla da aggiungere».