Qual è il compito più importante della politica se non quello di ascoltare i problemi della gente, affrontarli, capirli e, con l’aiuto di specialisti, portare avanti le idee e fare in modo di trovare le giuste soluzioni, trasformando il tutto in legge che poi possa essere d’aiuto e di sostegno. Ecco, in sostanza e in maniera semplice, ma non senza difficoltà, sia chiaro, è quello che è riuscita a fare il consigliere regionale del Lazio Chiara Colosimo per le famiglie che hanno bambini, soprattutto, con problemi di disabilità, legati al mondo autistico. Una parola che, quando viene pronunciata, mette paura, soprattutto in questo momento, a maggior ragione dopo la tragedia della mamma di Torre del Greco, ma che in realtà è una questione che la consigliera di Fratelli d’Italia ha preso di petto, conosciuto, approfondito e poi, anche grazie ad elementi della maggioranza in Regione, è riuscita a trasformare in un “emendamento” che adesso è di aiuto e di sostegno a numerose famiglie.
Con Notizie.com, la Colosimo ha parlato del percorso e di tutto quello che è stato fatto e si farà da qui ai prossimi anni. “In materia di autismo, nel 2011 – ha spiegato la Colosimo –erano state appena emanate linee guida, ma eravamo nel nulla più completo. Ho visto con i miei occhi una bambina di 3 anni, meravigliosa, col piccolo problema che non stava a casa con i genitori, ma in una struttura con pareti foderate di gomma piuma, e aveva come problema il fatto di sbattere la testa contro il muro, passava le sue giornate a fare questo. Un dramma. Quando sono tornata nella stessa struttura aveva sostituto quell’atteggiamento con un altro, ovvero spostava su e giù la bambola con una carrozza di Barbie e per i genitori era una vera e propria svolta“. E’ un esempio, ma è fatto per far capire quello che si fa e il percorso che si è compiuto in questi anni per arrivare ad una legge che dia una mano non solo economicamente, ma anche e soprattutto dal punto di vista clinico e terapeutico.
Il percorso spiegato dalla Consigliera Colosimo a Notzie.com: “Successivamente sono entrata in contatto con professionisti, terapisti e neuropsichiatri, insieme a loro abbiamo lavorato ad una proposta di legge che è stata presentata per la prima volta nel 2011 ed è diventata legge, con molti cambiamenti passati in otto anni, nel 2018 in Regione Lazio. Ed è una legge molto importante perché riconosce la “terapia precoce“, quella che, purtroppo e probabilmente, sarebbe potuto servire alla mamma di Torre del Greco e a quel bambino che si pensava fosse autistico“. Se non accade il dramma, è anche difficile che se ne parli e l’argomento venga trattato e toccato in ogni sua forma.
“La Regione Lazio è l’unica in Italia che ha una legge – ha spiegato Chiara Colosimo -. E ne sono molto orgogliosa, anche se ho dato solo voce ad una battaglia che portavano avanti i genitori e tanti specialisti. Per fare la legge, è stato fatto un emendamento ed è stato un vero e proprio blitz, durante l’approvazione dei bilanci. E’ andata bene, pensate che, proprio in questi giorni, sono stati stanziati per il prossimo triennio 2022-24 2,5 milioni all’anno per le famiglie. Tradotto: abbiamo dato alle famiglie l’assistenza che la sanità pubblica non dà, e questo è grave allo stesso tempo. I genitori dovrebbero i terapisti, e lo faranno, ma riceveranno il rimborso totale da parte della Regione e questo non lo fa nessuno”.
L’autismo è una disabilità che non deve mettere alcuna paura, ma le famiglie devono essere sostenute e aiutate. La Colosimo ha fatto parecchio e continuerà a fare ancora molto perché il percorso non si ferma certo qui: “Nel Lazio ci sono circa 600 famiglie che vivono quotidianamente con questo dramma, ma è una mappatura che ho fatto io, in Italia sinceramene non so bene i numeri. Sia ben chiaro che una diagnosi di sospetta disabilità qualsiasi non è una condanna, non è un motivo per lasciarsi andare e lasciar andare i propri figli, ne ho sentite tante dire: se non mi aiutate lo ammazzo e mi ammazzo, perché c’è la disperazione e il fatto difficile da comprendere, e sono cose sulle quali rimaniamo agghiacciati, ma spesso queste mamme non ce la fanno a veder soffrire i loro piccoli”.
“Una condizione molto complicata – ha concluso Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia -, che non va giustificata ma sostenuta con tutte le nostre forze. E purtroppo è la realtà. e noi dobbiamo imparare a narrare la speranze, raccontare che è possibile essere felici anche con una disabilità. E questo deve essere possibile con le istituzioni che non devono scomparire perché quelle famiglie non devono essere isolate”
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