Il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia a Cerignola per l’assemblea regionale delle associazioni antiracket della Puglia aderenti alla Fai.
“È necessario denunciare. È necessario ribellarsi. Ed è l’unico modo che abbiamo per fermare davvero il puzzo mafioso che soffoca la provincia di Foggia”. Così la presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Chiara Colosimo questa mattina a Cerignola per l’assemblea regionale delle associazioni antiracket della Puglia aderenti alla Fai. Alla domanda dei giornalisti sulla visita della Commissione Parlamentare annunciata in terra dauna, la presidente ha detto “in tempi rapidi prima di ferragosto o con molta probabilità dopo saremo in visita in provincia di Foggia”.
Colosimo ha presenziato al tavolo dei lavori con i massimi esponenti istituzionali della provincia. “Credo che la Squadra Stato stia facendo un lavoro straordinario nel combattere la criminalità, ma a questo impegno va affiancato il risveglio delle coscienze civili per fermare alcuni meccanismi della criminalità organizzata. Oltre al lavoro ottimo di procuratori esperti e magistrati e forze dell’ordine preparatissimi, c’è necessità di una presa di coscienza civile ed eventi come questo possono rappresentare un punto di svolta”.
“È un territorio difficile e complesso quello della provincia di Foggia ma ci stiamo impegnando come Squadra Stato a far fronte a tutte le situazioni che stanno determinando una sorta di disorientamento generale della cittadinanza”. Così il prefetto di Foggia Maurizio Valiante, anche lui presente a Cerignola per l’assemblea antiracket. “Cerchiamo di ritrovare la fiducia dei cittadini, anche attraverso occasioni importanti come queste, rappresentate dal tessuto economico imprenditoriale. Abbiamo destabilizzato organizzazioni criminali attraverso operazioni che stanno portando ad importanti risultati. Ora serve ricostruire il rapporto fiduciario con i cittadini”, conclude il prefetto Valiante.
In prima fila c’era anche l’imprenditore e vice presidente dell’associazione antiracket di Foggia, Lazzaro D’Auria, da anni sotto scorta dopo aver denunciato il clan Moretti della “Società Foggiana”.