(Adnkronos) – ”Il fatto che ci siano delle criticità non può essere il motivo per togliere questo strumento ma per risolvere quelle criticità. E un piccolo sospiro di sollievo arriva dall’Europa che finalmente, con una direttiva di pochi mesi fa, ha aperto alle confische di beni. La più grande sfida è spiegare, fuori da qui, quello che facciamo qui perché fuori da qui il fatto che prima di una condanna tu possa togliere dei beni a qualcuno è visto da pazzi invece è la nostra più grande risorsa e capacità di fare antimafia”. Lo ha affermato la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo, a un convegno sul codice antimafia alla Sala Matteotti della Camera.
”La direttiva europea ci da’ un assist che non possiamo perdere:l’obiettivo è convincere, fuori dall’Italia, che il nostro modo di usare le misure di prevenzione ci da’ una possibilità in più di combattere la criminalità organizzata”, ha continuato. ”Con queste misure abbiamo un passo di anticipo sulle mafie il tema è farlo rispettando tutte le garanzie ma anche farlo dando un risultato alla comunità”. Colosimo, nel corso del suo intervento, ha ricordato che la ”Commissione ha, nella sua legge istitutiva, l’obbligo di verificare l’attuazione del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. La Commissione ha istituito un Comitato che si occupa solo di questo con audizioni strettamente relative a questo tema.
I numeri dei beni confiscati sono numeri importanti, che non trovano sempre una risposta sul territorio”, ha proseguito Colosimo. ”Due settimane fa – ha osservato- sono stata a Napoli da don Luigi Merola, che, in una struttura confiscata, ha un oratorio” dove vengono organizzate molteplici attività per ragazzini in ”un quartiere difficile”. Da 20 anni ha quella struttura, ma ora, ha spiegato Colosimo, come ”prevede il regolamento comunale, attualmente vigente,dovrebbe restituirla”. ”Parallelamente a questo – ha proseguito – abbiamo una quantità di strutture confiscate mai assegnate o che non hanno funzionato. Questo basta per dire che c’è un problema”.